Amazzonia – A Deus louvado

Amazzonia brasiliana

A Deus louvado

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Basta non aspettarsi niente per essere felici. Almeno sereni, và. Una giornata calda come questa, un cielo blu senza nuvole, la scia doppia bianca e fragile di un aereo che vola lontano, una luce talmente forte da far chiudere gli occhi, una farfalla che passa vicino tra i fiori ancora tanti e rossi, due tocchi di campana, il vento pulito e leggero.
Basta non guardare indietro nel tempo e tutto quello che di buono arriva a sorpresa sarà solo un grande regalo.
Gli uccelli? No, non cantano oggi. Solo lo strrr strrr di un rastrello, il cloc cloc di forbici che tagliano piccoli rami, il motore roco di un trattore, un elicottero. Anche quando credo di essere sola e lontana da tutto mi rendo conto poi che non è così!
E’ l’ora della siesta. Non c’è umidità ma lo stesso un rivolo di sudore salato mi scende in bocca. Chissà là, che non cambia mai, che i 32° sembrano un forno, gli abiti ti si appiccicano addosso, non ci si asciuga mai. Prima, sotto e dopo la doccia, è sempre uguale! Tanto vale allora rimanere immobili a guardar le nuvole e a boccheggiare assieme ai pochi pesci disperati e alle tartarughe nascoste fra i sassi nella fontana del convento. Mammamia che calura!
Ma che bella esperienza, splendide persone. Ho conosciuto più milanesi laggiù nella solitudine – si fa per dire – di un convento, che dopo decenni di frequentazioni metropolitane. Vai a capire come gira il mondo. Qua è la farfalla, laggiù era il colibrì, il beija flôr, a girarmi attorno, il baciafiore. C’era pure un nido con due piccoli tutto becco spalancato. Roberto è riuscito a fotografarli e quell’immagine tenerissima dovrebbe diventare il simbolo del Berçário Móvel di Frei Apollonio a Macapá. Niente male Frei Apo, lo studioso, l’uomo semplice e giusto, un po’ incazzoso quando serve, mente vulcanica e grandi imprese.
Basta saper pregare. E lui lo farà anche per me, che oggi mi viene male e non sono nemmeno più tanto credibile.

Ma che farò là?

          … Abbiamo la “Casa del pane” dove serviamo oltre 100 poveri vari giorni per settimana. Lei come minimo potrá “pelar patate”, come una volta dovevano fare quelli che non pagavano il pranzo in un ristorante…
          Abbiamo adottato 25 mini-mamme e lei potrá accompagnarsi con la nostra equipe che va a visitarle… Esperienza bellissima e traumatica!
          Naturalmente non deve avere problemi seri di salute, ma se non ci sono quelli, e riesce come tutti noi a sopportare il caldo che é piuttosto alto; se le zanzare non le fanno del male, eccetto quel fastidio comune a tutti noi, se porterá con sé alcune medicine per eventuali disturbi intestinali non cosí frequenti, se ha fatto l’anti febbre gialla, indispensabile, venga pure con tutta tranquillitá che le troveremo da fare…
          Serve tanto amore e tanta voglia di apprendere da questo mondo di poveri!
          Sa che verrá a vivere in una missione e piú precisamente in un convento di Noviziato dove c’é una certa austeritá, solo certa, naturalmente?
          Sa che alla sera non é “igienico” qui a Macapá e a Belém uscire per via dei troppi assalti?
          Disponibile al servizio, contenta di vivere a contatto dei poveri?
          Se sa e accetta tutte queste cosa, ben venga e sia la benvenuta!

          Allora é vero!… Ecco che venite… Sono contento! … Contenti i nostri poveri che sempre ringraziano il Signore Gesú quando vedono attorno a loro persone che si dedicano con fede e amore per un certo periodo con tutta insistenza! 
          “A Deus louvado”, Dio sia lodato! Questa é la formuletta di ringraziamento coniata dal nostro P.Daniele da Samarate, il Titolare di tutte le nostre opere qui a Macapá e a Belém! Giá di adesso vi dó il Benvenuto nel nostro convento con questo nostro grande centro di promozione umana annesso…
     suo riconoscente frei apollonio troesi, cappuccino

 E così, con un amico, decido di partire. Un viaggio lungo, scomodo, che non finisce mai… Stanchezza.
E dopo tanti dubbi, parole, e-mail, finalmente ci incontriamo sulla linea dell’equatore: Frei Apollonio! Lo vedo (… ma un uomo con la barba bianca e con la talare marrone con cingolo é subito riconoscibile, no?), occhi azzurri e un grande sorriso. Tiene la testa un po’ piegata sulla spalla e l’indice appena appoggiato sotto il labbro inferiore a stuzzicarsi il triangolo di barba tagliata più corta sopra una cascata bianca, come solo i maghi buoni la possono avere. E mentre un carrello stracolmo di bagagli mi piomba sul tallone sinistro (ancora visibili le conseguenze) gli vado incontro a mano tesa, nell’attesa del mio, all’aeroporto di Macapá. Dieci metri per dieci (faccio per dire) e l’arrivo in contemporanea di due aerei… immaginate cos’è. L’aria è calda, carica di umidità.

Macapá

Ed eccoci alle cellette della nostra santa prigione: al convento, che già mi aveva descritto essere un conventino piccolo, povero, ma arioso e aperto sul cielo e su un grande appezzamento di terra con alberi e galline e conigli e altri animali…
Annesso, il grande Centro di Promozione Umana dedicato a Frei Daniel da Samarate (1876-1924, Missionario Cappuccino in Brasile, Lebbroso), attorno al quale si muove tutta quanta la Missione.
Il Centro è nato meno di dieci anni fa per aiutare i più poveri della zona, una fra le più povere del Brasile. Ad oggi conta 15 mila famiglie assistite (famiglie, non persone!). Fra medici, operatori e volontari, lavorano e si alternano 110 anime, presenti una ventina al giorno. Per l’assistenza medica viene chiesto un contributo simbolico di 5 R$. Ciascuno è regolarmente registrato e riconosciuto tramite un cartellino con dati personali e foto. Le assistenti sociali, cinque in tutto, dopo il primo contatto vanno di casa in casa a consegnare la tessera e per toccar con mano che di povertà vera si tratta. Nessuno può barare. Quindi chi è nel bisogno si rivolge spontaneamente al centro, e già si vede una fila ordinata formarsi fuori nella notte. Per questo adesso un grande locale con panche, servizi igienici, telefono e televisione è stato messo a disposizione per l’attesa, resa più dolce anche da un’abbondante prima colazione offerta dal buon cuore dei benefattori. Pulizia e organizzazione lasciano senza parole. Davvero bravi, magari fosse sempre così perfetto anche da noi!
Al contrario, è Frei Apo e le stesse assistenti sociali del Centro a individuare le mini mamme, giovani adolescenti talvolta abbandonate, a volte violentate. Sono molto povere, abitano in capanne o palafitte, luoghi bellissimi e spaventosi. E’ il progetto culla appena nato, dedicato a Madre Teresa di Calcutta, il Berçário Móvel. Fino al primo anno di vita il bambino riceve assistenza sanitaria ed alimentare a casa sua, la mamma anche psicologica.
A la Casa de Pão tre volte la settimana, ogni marte, giove e sabato, si prepara il pasto per i più bisognosi. Sono cento coperti oggi ma c’è già il progetto per raddoppiare la capacità della sala mensa. Il gruppo dei volontari è affiatatissimo. Lavorano tanto ma cantano e pregano anche. E a fine servizio c’è sempre un buon motivo da festeggiare con un dolce fatto in casa.
Ed un sabato al mese viene allestito il mercatino della solidarietà. Ad un prezzo simbolico si vendono abiti, borse e scarpe, quello che passa il convento insomma…

Alle 4 mi sveglio, strilla il gallo, fa piuttosto caldo ma la cella è confortevole e ventilata. Cerco di dormire ancora ma non ce n’è più. Alle 5 e mezza sento i fraticelli in chiesa per la preghiera, poi la messa con applausi ed un canto di buon compleanno. Tre rintocchi di campana avvisano per la prima colazione. Poi alla Casa de Pão a dare una mano.
L’happy birthday di stamani festeggiava due volontarie. Ci aspetta una fetta di torta al cioccolato e la crema portoghese. Foto di gruppo con il padre superiore.

Non abbiamo adsl qua a Macapá, mandare e-mail ed aprire le pagine internet è di una lentezza esasperante. Sto aspettando Frei Apo adesso, per scrivere ed inviare una sua lettera, era qua un attimo fa ma non lo vedo più… Eccolo, sta organizzando la nostra andata a Belém.
Abbiamo accompagnato due assistenti sociali, ieri e oggi, a visitare i poveri e le mini mamme. Ho visto dove vivono, le palafitte, le case di legno. Sono così giovani, estroverse, dolci, serene… per fortuna qualcuna ha vicino il compagno. I bimbi sono sani e splendidi, basta guardarli!
Adesso Frei Apo è alla macchina da scrivere, velocissimo, batte forte sui tasti. Rilegge lo scritto, lo corregge e me lo passa. Ribatterò il testo – attenta, quello sottolineato lo devi mettere in grassetto! – e lo invierò. Lui non si avvicina mai al computer, lo lascia agli altri!

Belém

La creche è stata costruita dove ai tempi sorgeva il lebbrosario di Frei Daniel, nei pressi del fiumiciattolo Tucunduba, una zona poverissima e piuttosto malsana. In questi luoghi si convive con la paura e l’indignazione nel veder formarsi e crescere bande di giovani violenti, già armati per conquistarsi il dominio della droga, che non hanno nessun valore da salvare e quindi niente da perdere.
Qui andiamo avanti con tanto amore, vediamo di mettercela tutta o quasi per essere presenti in questo mondo di sofferenza e di povertá a volte estrema… nonostante tutto quello che si dice di questo immenso paese… racconta Frei Apo.
Oggi alla creche sono accolti, istruiti ed accuditi 270 bimbetti, dai due ai sei anni.

Nel mato, alle comunità di Espírito Santo e Monte Alegre

Da Belém ci spostiamo alle isole. Una volta erano raggiungibili solo via barca ma ora un lungo ponte sul fiume Guamà le collega alla terra. Terra rossa, piena di pozzanghere. Hanno cominciato a mettere i pali della luce, ma poi ne rubano i fili. Comunque non c’è elettricità dove andremo noi. Lasciamo la strada per uno sterrato grigio, casette di legno isolate. Serpenti sugli alberi, in alto. Ci addentriamo nella foresta fino ad arrivare a Espírito Santo. Case di fango e paglia, una comunità di dodici famiglie, poca acqua. Facciamo sosta all’ambulatorio dedicato a “Mamma Cetti”. I bimbi sono fantastici… occhi che aprono il cuore!
Una passerella di legno malandato ci porta al pontile sul fiume. In lontananza, solo un po’ sfumato dalla calura, il ponte sottile.
A Monte Alegre un cartello giallo e rosa scritto a mano accoglie Frei Apollonio: obrigado!
Siamo trenta famiglie, tutti parenti, racconta Rosa, la donna più anziana, tutta ossa, rughe e simpatia travolgente. Deliziosa quando si vezzeggia ancora con quegli occhialoni gialli ed il lungo pettine puntato fra i capelli bianchi!
Passi di bimbi che corrono e ridono forte, un sottofondo di voci che non si fermano mai, il vento che muove in alto le grandi foglie delle palme sottili. E una realtà pesante.

 

di Francesca Chiolerio  –  settembre 2007

 

Una testimonianza per far conoscere chi si sforza a far trionfare il bene, nonostante tanta violenza e tanta cattiveria. Un invito a vivere sentimenti sani.

 

Per aiutare Frei Apollonio e i suoi poveri, piccoli e lebbrosi, rivolgersi a:

ASSOPROMI – onlus  ASsociazione SOstegno PROgetti MIssionari
Via Fornace Mariani, 10 – 20021 Bollate (MI)
C.F. e P.I. 13009540157 CC Postale 21383336
Tel. 023505482 – 3398967926  Fax 023505482
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